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Messaggio  taita Mer 12 Mar 2008 - 11:29

Questo è il topic dello sport...e degli sportivi...famosi e meno famosi...campioni conclamati e campioncini in erba...campioni...anche di vita...


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Messaggio  taita Mer 12 Mar 2008 - 11:54


Da wikipedia.
Michael Phelps (Baltimora, 30 giugno 1985) è un nuotatore statunitense.

Michael Phelps fece la sua comparsa in campo internazionale alle Olimpiadi di Sydney del 2000, dove a soli 15 anni fu il più giovane nuotatore statunitense a prendere parte ai Giochi Olimpici fin dal 1932. Anche se in quell'occasione non vinse nessuna medaglia, iniziò subito dopo a raccogliere successi in ambito internazionale. Cinque mesi dopo le olimpiadi del 2000, Phelps batté il record del mondo dei 200m farfalla, e lo migliorò ulteriormente nel 2001 ai Campionati mondiali di Fukuoka (Giappone) (1'54"58 ), fino a portarlo in seguito a 1'52"09. Ai campionati nazionali statunitensi del 2002 di Fort Lauderdale, Phelps ottenne il record del mondo nei 400m misti e quello nazionale nei 100m farfalla e nei 200m misti.
Nel 2003 Phelps migliorò il proprio record sui 400m misti (4'09"09) e nel mese di giugno ottenne anche quello dei 200m misti (1'56"04). Il 7 luglio 2004 Phelps ritoccò nuovamente il suo record sui 400m misti (4'08"41) durante le selezioni olimpiche americane per Atene 2004. Detiene anche il record mondiale delle 200 yards, ottenuto il 4 marzo 2005 ad Austin con il tempo di 1'32"08.
Ai campionati mondiali del 2005, a Montreal (Canada) vinse altri 4 titoli: due individuali (200m stile libero e 200m misti) e due grazie alle staffette di stile libero (100m e 200m).
Ai mondiali di nuoto di Melbourne del 2007 Phelps stabilisce cinque primati mondiali in una settimana di gare: nuota i 200m stile libero in 1'43"86, demolendo il precedente primato stabilito da Ian Thorpe, i 200m farfalla in 1'52"09, i 200m misti in 1'54"98, la 4x200m stile libero in 7'03"24 ed i 400m misti in 4'06"22. Altre due medaglie d'oro giungono dai 100m farfalla e dalla staffetta 4x100m stile libero (nuotati in 3'12"72, nuovo record dei campionati) per un numero complessivo di sette medaglie d'oro conquistate. L'obiettivo dichiarato delle otto medaglie d'oro sfuma a causa della squalifica della staffetta americana nella 4x100m misti, avvenuta nella batteria di qualificazione per una partenza anticipata di Ian Crocker.
Lo strapotere di Phelps portò a paragoni con un altro grande nuotatore statunitense, Mark Spitz, che vinse sette medaglie d'oro alle Olimpiadi di Monaco 1972, un record non ancora eguagliato. Phelps ebbe l'occasione di infrangere quel record grazie anche all'apporto della forte squadra statunitense nelle staffette, gareggiando in otto specialità ad Atene 2004: 200m stile libero, 100m e 200m farfalla, 200m e 400m misti, e nelle staffette 4x100m stile libero, 4x200m stile libero e 4x100m misti. Avendo vinto 6 medaglie d'oro, ma avendo ottenuto solo un bronzo nei 200m stile libero e nella 4x100m stile libero, è andato molto vicino al record di Spitz. Con un totale di otto medaglie in una sola olimpiade ha comunque eguagliato il record ottenuto dal ginnasta russo Aleksandr Dityatin nelle Olimpiadi di Mosca 1980.
Se fosse riuscito a vincere sette medaglie d'oro, avrebbe vinto un premio di un milione di dollari, messo in palio da un suo sponsor tecnico. Solo pochi giorni prima dell'inizio delle gare di nuoto di Atene 2004, Gary Hall Jr. e Jason Lezak, che puntavano entrambi ad un posto nella staffetta 4x100m stile libero statunitense, criticarono pubblicamente la possibilità di far nuotare Phelps in quella gara. Essi sostennero che Phelps non era tra i migliori della specialità e che la sua presenza poteva compromettere il risultato della squadra statunitense, sacrificato a quello che definirono "circo mediatico" che sperava nella vincita di otto ori da parte di Phelps. Tale episodio rese ancor più chiaro che la partecipazione di Phelps in alcune delle staffette sarebbe dipesa solo dai risultati conseguiti nelle gare individuali.
Il 14 agosto 2004 Phelps vinse la sua prima medaglia d'oro nei 400m misti, con tanto di nuovo record del mondo (4:08.26).
Il 20 agosto nella finale dei 100m farfalla Phelps sconfisse il compagno di squadra Ian Crocker per soli quattro centesimi di secondo. Tradizionalmente, al nuotatore che si piazza meglio nella gara individuale viene automaticamente assegnata la corrispondente frazione nella staffetta 4x100m mista. Ciò diede a Phelps un posto nella staffetta mista, ma essendo esausto per le molte gare cui aveva preso parte nella settimana precedente, cedette la frazione a farfalla a Crocker. La squadra statunitense vinse la gara stabilendo il record del mondo, ma poiché aveva partecipato alle gare di qualificazione per la finale della staffetta mista, Phelps si vide assegnare la medaglia d'oro assieme ai compagni che avevano disputato la finale.

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Messaggio  taita Mer 12 Mar 2008 - 12:18


Da wikipedia.
Ian James Thorpe (Sydney, 13 ottobre 1982) è un ex nuotatore australiano.
È stato uno dei migliori nuotatori di sempre sulle medie distanze. Per il suo talento è stato soprannominato La Thorpedine, gioco di parole sul suo cognome e la parola torpedine.
Thorpe ha completamente dominato i 400 metri stile libero sin dalla sua prima vittoria in un Campionato mondiale, nel 1998; ha vinto in questa specialità anche ai Giochi Olimpici Estivi del 2000 e ai Campionati mondiali di Fukuoka nel 2001 (nei quali ha vinto in totale sei medaglie d'oro).
Alle Olimpiadi di Atene Thorpe ha vinto la medaglia d'oro sia nella distanza dei 400 metri stile libero che in quella dei 200 metri.
Nel frattempo il suo dominio si è ampliato anche ai 200 e agli 800 metri stile libero, ed è attualmente tra i più veloci centometristi al mondo.
Grazie a lui, inoltre, le staffette australiane hanno conquistato l'oro nelle 4x100 e 4x200 stile libero a Sydney, battendo per la prima volta in queste gare gli Stati Uniti d'America. Nelle Olimpiadi di Atene la doppia vittoria non si è ripetuta, nella staffetta 4x200 stile libero, la squadra australiana è arrivata seconda dietro gli Stati Uniti, mentre nella 4x100 stile libero l'Australia nonostante la presenza di Thorpe è arrivata sesta (la gara fu vinta in questa occasione dalla staffetta del Sud Africa, che stabilì l'allora primato mondiale della specialità).
In totale, Thorpe ha ottenuto per 22 volte un record del mondo, sia in gare individuali che di staffetta.
Molti si sono domandati il segreto del successo di Thorpe. Sicuramente il suo fisico enorme e potente incide particolarmente; ma esistono in Thorpe due elementi straordinari introvabili in altri nuotatori che gli donano una ineguagliata gambata: la notevole lunghezza dei suoi piedi (per alcuni delle vere e proprie pinne) e la scioltezza delle caviglie che permettono agli stessi di compiere un movimento molto più profondo e rapido rispetto agli altri nuotatori. Con i suoi 195 centimetri per 105 chilogrammi è piuttosto grande per la media dei nuotatori, capace di mantenere un ritmo di sei battute che è ormai il suo marchio di fabbrica e gli permette di accelerare verso la vittoria nelle fasi finali delle gare.
Nel 2004 Thorpe ha partecipato alle gare di qualificazioni per le Olimpiadi 2004. Pur essendosi qualificato nei 100 e 200 stile libero, è stato invece squalificato a causa di una falsa partenza nei 400 metri, la sua gara migliore. Le regole di qualificazione australiane permettono a un atleta qualificato di rinunciare e danno la possibilità di selezionarne un altro per sostituire il rinunciatario. Dopo alcune riflessioni, Craig Stevens, il secondo qualificato, ha rinunciato al suo posto, che è stato offerto a Thorpe, il quale ha accettato. La generosità di Stevens è stata, secondo l'opinione dei media, sporcata dal fatto che ha accettato 60.000 dollari australiani (circa 35.000 euro) per annunciare la sua rinuncia in esclusiva per un programma di una televisione commerciale.
Lontano dalle piscine, Thorpe sfugge al classico stereotipo dello sportivo australiano. Almeno in pubblico, è calmo, ha buone maniere, è riflessivo, lucido, ma anche estremamente cauto nelle sue dichiarazioni; egli inoltre fa grandi sforzi per isolarsi dai media durante la preparazione e nel corso dei grandi eventi. È nota anche la sua mancanza di interesse (e di abilità) per altri sport. Invece l'altra sua passione sembra essere la moda: fra l'altro è uno degli ambasciatori dei vestiti Armani.
Dopo le Olimpiadi di Atene Thorpe si prese una pausa dall'attività agonistica, all'inizio del 2006 gareggiò nei Trials (100 e nei 200 stile libero) per partecipare ai Giochi del Commonwealth di Melbourne, non prese parte alla competizione a causa di una bronchite che in seguito si rivelò essere un'infezione ghiandolare, poco dopo si ruppe una mano in un incidente domestico. Nel giugno del 2006 si trasferì a Los Angeles da dove nel mese di Novembre annunciò il ritiro dalle gare.





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Messaggio  visir Mer 12 Mar 2008 - 21:25

BRAVA TAI....... NOTE TECNICHE: l'azzurrino io non lo leggo per niente, e il rosino lo leggo male......... poi, stesso discorso fatto a Z: citare le fonti, e condensare un po' (secondo me, ovvio) Very Happy
........o vi devo bannare??.... Evil or Very Mad Evil or Very Mad

Very Happy Very Happy Very Happy Very Happy Very Happy Very Happy Very Happy Very Happy Very Happy Very Happy Very Happy Very Happy Very Happy Very Happy Very Happy Very Happy
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Messaggio  Luigi_Rispoli Mer 12 Mar 2008 - 21:49

Taita anche a me piace piace nuotare. Molto. In mare. Sono attrezzato anche per farlo fuori stagione. Quello sopra è un grande. Anzi di più.

L' azzurrino lo leggo malissimo anch'io.
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Messaggio  taita Mer 12 Mar 2008 - 21:54

Rispoli...
non è colpa mia...
hanno cambiato i colori del forum oggi pomeriggio....
stamattina si vedeva una bellezza...appena posso provvedo...
scusate.... Embarassed
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Messaggio  Ladyhawke Mer 12 Mar 2008 - 22:46

...bel topic...grazie tay...non mancheranno i miei preferiti stanne certa....
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Messaggio  molecular Mer 12 Mar 2008 - 22:48

brava taita molto interessante... pensavo di saperne di piu invece non era cosi
grazie e continua a darci informazioni preziose
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Messaggio  taita Ven 14 Mar 2008 - 11:40

Cari amici..ecco a voi..Re Magno....
da wikipedia.it
Filippo Magnini nasce a Pesaro il 2 febbraio 1982 e inizia la sua carriera come mistista e ranista nuotando per il Pesaro Nuoto, ottenendo buoni risultati a livello nazionale. Trasferitosi a Torino per studiare, continua a nuotare e qui viene cambiata la sua specialità, che diventa lo stile libero. Nel 2003 ottiene la sua prima convocazione nella nazionale assoluta per i Campionati mondiali di Barcellona. La stagione 2003-2004, quella olimpica, comincia per Magnini con i Campionati Europei in vasca corta di Dublino, dove è secondo solo a Pieter van den Hoogenband nei 100 stile libero (47"32, record italiano, contro il 46"81 dell'olandese), gara nella quale conquista la sua prima medaglia a livello internazionale. Il suo cammino x gli Europei e alle Olimpiadi passa per i Campionari italiani assoluti primaverili, nel marzo 2004, dove stupisce nei 200 stile libero nuotando 1'47"20 e nuota un buon 100 stile libero in 49"09, nuovo record italiano. In maggio si svolgono i Campionati europei di nuoto a Madrid dove il pesarese è uno tra i favoriti nei 100 stile libero: qualificatosi con il 1° tempo (49"19), Magnini entra in acqua senza timore per il suo grande avversario, l'olimpionico Pieter van den Hoogenband, e conquista il titolo in 48"87. Magnini è uno tra i favoriti anche nella distanza doppia, i 200 stile, ma deve accontentarsi del bronzo a parimerito con Massimiliano Rosolino in 1'48"69. Nella 4x200 stile libero contribuisce al trionfo dell'Italia con una frazione da 1'48"19. Con i 3 ori e il bronzo di Madrid Magnini si presenta alle Olimpiadi come uno tra i migliori e i più attesi nuotatori europei. Purtroppo la condizione non è la stessa di Madrid, e rinuncia a disputare i 200 stile libero. In staffetta la squadra azzurra chiude 4°, ma nei 100 stile libero Magnini, nonostante una condizione non ottimale, è deciso a far bene, e si qualifica per la finale con il 3° tempo (48"91). In finale si presenta come uno dei favoriti per il podio, ma un passaggio troppo lento gli preclude il podio. Magnini deve accontenrarsi del 5° posto (48"99) in una gara stellare, vinta da Pieter van den Hoogenband (48"17) su Roland Schoeman (48"23) e Ian Thorpe (48"56). Nella 4x200 stile libero Magnini nuota l'ultima frazione, nella quale difende la medaglia di bronzo, che l'Italia aveva costruito già nelle prime 3 frazioni con Brembilla, Rosolino e Cercato, con una frazione da 1'47"58.
Il successivo appuntamento internazionale nel 2004, a Vienna: Magnini perde i 100 stile libero da Bousquet (47"66 contro 47"52), ma si riscatta prontamente battendo Rosolino sui 200m (1'44"57). Il grande appuntamento del 2005 è Montreal; Magnini si presenta in ottima condizione, ma non riesce a disputare la finale della 4x100 stile libero per via dell'eliminazione della squadra azzurra in batteria. Esordisce allora nei 200 stile libero, ma viene eliminato per un soffio nelle semifinali (9° in 1'48"34). Determinato, centra la finale dei 100 stile libero in 48"73, 3° tempo di qualificazione dietro ai sudafricani Schoeman e Neethling, grandi favoriti. In finale Schoeman è velocissimo al passaggio dei 50, ma anche Magnini spinge ottenendo a metà gara un ottimo tempo di passaggio. I secondi 50 metri di Magnini sono irresistibili, e sorpassa prima Ryk Neethling (terzo in 48"34), poi, negli ultimi 10 metri, Roland Schoeman (argento in 48"28 ), conquistando una storica medaglia d'oro per l'Italia con il tempo clamoroso di 48"12, seconda miglior prestazione di tutti i tempi, a soli 0"28 dal record di Van den Hoogenband. Magnini è il primo italiano a vincere il titolo mondiale sui 100 stile libero, ed è il quarto uomo italiano a vincere un oro mondiale dopo Giorgio Lamberti, Massimiliano Rosolino e Alessio Boggiatto.
Magnini, ormai campione affermato, si presenta ai Campionati europei in vasca corta di Trieste, a dicembre 2005, con la responsabilità di dover portare all'Italia due medaglie d'oro. E il pesarese non tradisce: sui 100 stile libero in finale conduce una gara d'attacco e chiude con un nuovo record europeo (46"52). Queste prestazioni clamorose lo spingono a forzare a dismisura il passaggio ai 100m nella finale dei 200 stile libero (49"31, al di sotto del record del mondo di Thorpe), per poi cedere un poco nel finale, chiudendo comunque con l'oro in 1'42"89, tempo eccezionale. Importante nel 2006 la sua partecipazione alla tappa di Coppa del Mondo di New York (a febbraio), nella quale, dopo essere stato battuto sui 100 stile libero, mette in scena un duello spettacolare con il campionissimo statunitense Michael Phelps, duello dal quale esce sconfitto con onore (1'42"94 contro 1'42"78 ). Abbastanza sottotono la sua partecipazione ai Campionati mondiali in vasca corta di Shangai (aprile 2006), nei quali viene battuto sia sui 100m che sui 200m, con tempi relativamente modesti, dal campione sudafricano Ryk Neethling; comunque è decisivo il contributo del campione pesarese alle due staffette italiane (4x100 e 4x200) che ottengono due prestigiosi titoli mondiali in vasca corta. L'appuntamento clou dell'estate 2006 sono gli Europei di Budapest, dove Magnini riuscirà a confermare tutte le medaglie vinte a Madrid: è oro nei 100 stile libero, nella 4x100 e nella 4x200 stile libero; bronzo nei 200 stile libero. La finale dei 100 è molto tesa, con un passaggio lento di Magnini ma nonostante i suoi secondi 50 metri non siano brillanti ed efficaci come al solito, riesce comunque a vincere in un "modesto" 48"79 battendo di misuta l'arrembante svedese Nystrand e l'esperto fuoriclasse olandese Van den Hoogenband. Simpatica la scenetta a fine gara del pesarese, che indossa una corona portata dai suoi amici: da quel momento Magnini è "Re Magno".
La stagione 2006-2007 è diversa dalle altre, in quanto ci sono i mondiali a marzo, con un titolo da confermare, che richiedono una preparazione mirata. Nonostante una condizione non ancora massimale, Magnini conferma la sua tenacia ai Campionati Europei in vasca corta di Helsinki (dicembre 2006), dove vince la tiratissima finale dei 100 stile libero grazie alla sua grande concentrazione. Infatti lo svedese Nystrand partiva favorito, in virtù di una migliore condizione, ma in finale Magnini fa valere tutte le sue doti, battendolo con un ottimo tempo di 46"81; a fine gara esplode la gioia del campione pesarese, che dall'entusiasmo si strappa il costumone. Il giorno dopo la finale dei 100 domina i 200 con una prestazione impressionante: passa ai 100 in 51"03, chiude in 51"51, per un 1'42"54 complessivo che è il nuovo record italiano.
I campionati mondiali di Melbourne 2007 chiamano Magnini a una difficile riconferma: gli avversari sono tanti e agguerriti. Già durante il primo giorno di gare, Magnini lancia un segnale chiarissimo: nuota l'ultima frazione della 4x100 stile italiana sia in batteria (47"39), sia in finale (47"18 ), conducendo l'Italia a uno storico argento a suon di record europeo. Disertati i 200m, come programmato, Magnini si concentra sui 100m, anche se un problemino alla spalla gli impedisce di rendere al meglio. Qualificatosi agevolmente per la finale (48"60), Magnini è l'uomo da battere per la finale. E la finale è tesissima; Magnini riesce a produrre un passaggio molto veloce, ma manca di sufficiente brillantezza negli ultimi 50m per fare il vuoto. Il finale è incertissimo, con tutti gli otto concorrenti racchiusi in un soffio. Magnini la spunta di carattere (48"43), anche se deve condividere il primo gradino del podio con il bravo canadese Brent Hayden. Magnini diventa così il terzo nuotatore della storia a confermarsi campione del mondo sui 100 stile libero; in precedenza ci erano riusciti solo due campionissimi del calibro di Matt Biondi e Alexander Popov. Ormai è la consacrazione definitiva per il pesarese.
L'obiettivo centrale della stagione 2007-2008 è l'Olimpiade di Pechino, dove Magnini può scrivere un'altra pagina importantissima della storia del nuoto italiano. Questa importantissima stagione comincia con gli Europei in corta di Debrecen, appuntamento non preparato al massimo, dove Magnini è chiamato a scontrarsi con atleti molto in forma sia sui 100m (Nystrand, autore poche settimane prima di uno stratosferico record del mondo, e il francese Bernard) che sui 200m (il tedesco Biedermann). I 100 stile libero sono vinti da Bernard, che in una gara tesissima precede con 46"39 Nystrand e Magnini, autore di una buona prestazione (46"90). Sui 200 stile libero è ancora una volta il carattere del pesarese a fare la differenza: Magnini è oro in 1'43"50, e batte per soli 10 centesimi il tedesco Biedermann; per "Re Magno" si tratta del quarto titolo consecutivo agli europei in vasca corta sui 200 stile libero.
E adesso...aspettiamo le olimpiadi......

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Messaggio  robin hood Ven 14 Mar 2008 - 14:46

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Muhammad Ali

Figlio di un pittore d'insegne e di una donna di religione battista, campione mondiale dei massimi, poeta e uomo di spirito, difensore dei diritti dei neri, obiettore di coscienza, filantropo, padre ed ora sette volte nonno, i ruoli che ha impersonato e le cause che ha abbracciato rimangono parte di lui, e standogli accanto si possono vedere e sentire tutti.

Nato a Louisville Kentucky, USA il 17 gennaio del 1942, a 12 anni inizia a frequentare la palestra Columbia, dove mette in mostra il suo talento.

Dopo una brillante carriera da dilettante si mise in luce alle Olimpiadi di Roma del 1960 conquistando l'oro nella categoria dei pesi mediomassimi.

Nel 1961 passò al professionismo e batté Lamar Clark per KO e poi Doug Jones. Il 25 febbraio 1964 a Miami conquistò per la prima volta la corona di Campione del Mondo dei pesi massimi, battendo il campione in carica Sonny Liston per abbandono all'inizio della settima ripresa.

Dopo la conquista del titolo, nel 1964 Clay si convertì alla fede musulmana, aderì alla Nation of Islam e cambiò il suo nome in Muhammad Ali.

Rifiutato dalle principali sedi pugilistiche americane e da Las Vegas, il match di rivincita con Liston si disputò nel 1965 a Lewinston nel Maine.

Dopo appena un minuto il campione del mondo colpì l’avversario con un colpo d'incontro apparentemente innocuo, passato alla storia come il pugno fantasma (phantom punch). Liston rimase al tappeto apparentemente tramortito; Clay sembrò consapevole di non aver colpito così duramente lo sfidante e lo invitò con veemenza ad alzarsi per continuare il combattimento. Secondo gli esperti che hanno visionato al rallentatore la ripresa, il colpo di Clay, assestato da brevissima distanza e quasi invisibile, sembra aver colpito la tempia dell'avversario, che in quel momento stava portando un attacco con il suo caratteristico stile ed era fortemente sbilanciato in avanti. L'immagine del campione del mondo che sovrasta Liston al tappeto è divenuta una delle icone pop della nostra epoca.

Nel 2004 Ali è tornato sull'argomento nella sua ultima intervista ufficiale, cui ha risposto con l'aiuto dei familiari.

« I love Sonny. He was a good man. And the punch did connect. I don't know how good the punch was, although I felt the connection. If he took a dive, he wouldn't have done it in the first round. (Voglio bene a Sonny. Sonny era un buon uomo. Ma il pugno l'ha colpito. Non so bene quanto buono fosse il colpo, sebbene io abbia avvertito la correlazione. Se ci fosse stato un trucco ed avesse voluto fingere un K.O., Liston non l'avrebbe mai fatto nel primo round). »


Ali difese il titolo per otto volte, poi la sua carriera fu interrotta quando si rifiutò di combattere in Vietnam. Ciò gli costò il ritiro della licenza da parte delle commissioni atletiche pugilistiche statunitensi.

Una fase di un incontro con FrazierNel 1971 tornò sul ring vincendo con Jerry Quarry, poi perse contro il detentore del titolo dei massimi Joe Frazier in quello che è ricordato come "l'incontro del secolo".

Il 30 ottobre 1974 riconquistò il titolo mondiale battendo per KO George Foreman a Kinshasa, Zaire (ricordato nel film-documentario Quando eravamo re). Ali vinse l'incontro grazie ad una tattica che nessuno avrebbe mai pensato che attuasse; persino i suoi allenatori erano increduli e non si capacitavano. Il Campione si incollò alle corde per 8 riprese, facendo sfogare tutta la potenza di cui disponeva Foreman, venendo colpiti da pugni micidiali. Quando, verso la fine dell'ottavo round, si accorse che Foreman era stremato, Ali sferrò una serie di jab e uppercut che fecero crollare il rivale al tappeto per il conteggio finale. Fu una vittoria memorabile.

Prima dell' incontro con Foreman si tenne anche la rivincita tra Ali e Frazier. Ai punti dopo 15 riprese vinse Ali. Il primo ottobre del 1975 Ali affrontò Frazier per la terza ed ultima volta, mettendo in palio il suo titolo mondiale, per stabilire chi dei due fosse definitivamente il più forte. L'incontro si tenne a Manila nelle Filippine e fu denominato "Thrilla in Manila". Fu un match drammatico che vide i pugili combattere con enorme ardore, senza risparmiarsi un istante. Prima dell'inizio della quindicesima ed ultima ripresa l'allenatore di Frazier ritirò il suo atleta, vedendolo letteralmente distrutto dai jab di Ali. Lo stesso Ali dichiarò che non avrebbe mai saputo se sarebbe stato in grado di continuare l'incontro qualora Frazier non si fosse ritirato. Comunque al momento del ritiro del rivale, il Campione era in vantaggio ai punti. Ancora oggi, per la rara bellezza tecnica e per l'enorme coraggio dimostrato da questi due immensi campioni, questo è ritenuto da molti il più grande incontro di tutti i tempi.

La sua boxe basata sul movimento di gambe resta inimitabile per qualsiasi pugile di categoria "pesante". Di lui si disse: "Vola come una farfalla e punge come un'ape", per sottolineare la leggerezza dei suoi movimenti, coadiuvata da una tecnica sopraffina.

Su 61 incontri ha un record di 56 vittorie, 37 delle quali per KO. Ha perso per KO una sola volta.

Muhammad Ali in una recente fotoRitiratosi dall'attività agonistica nel 1981, contrasse il morbo di Parkinson e ha commosso e stupito il mondo apparendo come ultimo tedoforo alle Olimpiadi di Atlanta del 1996; in quell'occasione gli fu anche riconsegnata la medaglia d'oro vinta a Roma nel 1960, poiché si narra che abbia gettato l'originale in un fiume come plateale gesto di protesta verso il suo Paese e la perdurante discriminazione razziale che, al suo ritorno in patria dopo i fasti romani, portò un ristoratore a rifiutarsi di servirlo appunto perché nero.

Alla figura di Muhammad Ali si è ispirato Michael Mann per il film Alì del 2001.

Nel 2005 Muhammad Ali è stato insignito della Medaglia della pace Otto Hahn (in oro) della Deutsche Gesellschaft für die Vereinten Nationen (DGVN) a Berlino (Società Tedesca per le Nazioni Unite).
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Messaggio  G@lloR Ven 14 Mar 2008 - 17:04

Semplicemente GILLES..... Ruota del Ventisette Rosso...

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Messaggio  robin hood Ven 14 Mar 2008 - 20:54

Carl Lewis " Il figlio del vento "

il topic dei campioni..... Carlle10

Carl Lewis crebbe a Willingboro (New Jersey), nell'area di Philadelphia. Una leggenda su di lui dice che i genitori, allora atleti, lasciavano il piccolo Carl a giocare nella fossa del lungo. Era come un ambiente naturale per lui, dunque. All'età di 13 anni iniziò a gareggiare nel salto in lungo. Grazie alla sua alta velocità nello scatto, si comportava bene anche nello sprint. Nel 1980, Carl venne selezionato per la squadra olimpica statunitense, ma il boicottaggio americano dei Giochi di Mosca rinviò il suo debutto.

Nella stagione seguente, Lewis ottenne le migliori prestazioni annuali nei 100 m e nel salto in lungo. Nella prima edizione dei campionati del mondo di atletica leggera (1983), Lewis ottenne i suoi primi titoli, conquistando la vittoria nei 100 m, nel salto in lungo e nella staffetta 4x100.

Ciò lo rese il grande favorito per le successive Olimpiadi di Los Angeles 1984. Partecipando anche ai 200 m, Lewis riuscì a ottenere una prestazione pari a quella di Jesse Owens del 1936, vincendo quattro medaglie d'oro.

Ai campionati del mondo di Roma del 1987 arrivò secondo nei 100, battuto dal canadese Ben Johnson, che in quella gara ottenne il primato del mondo con 9 secondi 83 centesimi. Dopo le note vicende di doping che videro però protagonista il velocista canadese nel 1988 che dichiarò di aver fatto uso di sostanze illecite anche nella rassegna iridata, il titolo fu assegnato a Lewis. Sempre a Roma, Lewis ottenne il successo nel lungo, mentre la squadra americana della staffetta 4x100 venne squalificata per un cambio irregolare. L'anno seguente Lewis si apprestò ad ottenere altri quattro ori alle Olimpiadi del 1988. Ma le cose non andarono come previsto. Lewis vinse il titolo dei 100 m, ma solo dopo che Ben Johnson venne squalificato per doping. Nei 200 m venne battuto a sorpresa dal connazionale Joe DeLoach. La squadra della staffetta 4x100 m venne nuovamente squalificata nelle batterie (nelle quali Lewis non corse), a causa di un cambio illegale. Lewis non ebbe problemi a difendere il titolo nel salto in lungo, gara nella quale finì sul gradino più alto di un podio tutto statunitense.

Dopo il 1988, il predominio di Lewis nello sprint iniziò a svanire, anche se le sue prestazioni nel salto in lungo rimasero eccellenti. Trovò comunque degni sfidanti ai Campionati del Mondo del 1991 a Tokyo, quando il connazionale Mike Powell vinse un emozionante duello testa a testa nel quale il leggendario record di Bob Beamon, che resisteva dal 1968, venne finalmente infranto. Powell arrivò primo con 8 metri e 95, mentre Lewis si fermò comunque ad un eccezionale 8 metri e 91 ventoso (superando per un centimetro lo storico primato di Beamon) incastonato in una serie di eccezionali salti superiori agli 8 metri e 80.
Ma i Campionati giapponesi passarono alla storia anche per una epica finale dei 100 m. Il nuovo e più giovane avversario di Carl Lewis in questa competizione fu Leroy Burrell, favorito in quanto neo-primatista del Mondo della specialità con 9 secondi e 90. Ma un'incredibile prestazione di Carl Lewis, con una progressione impressionante negli ultimi 30 metri, gli fece vincere l'ennesima medaglia d'oro segnando anche il primato del Mondo con 9 secondi e 86. La gara, leggendaria, registrò inoltre il 9"88 di Burrell, il 9"91 dell'altro americano Dennis Mitchell e il 9"92 del britannico Linford Christie; anche il quinto e sesto classificato, rispettivamente Frankie Fredericks e Ray Stewart scesero sotto i 10", con 9"95 e 9"96. Tutti i primi sei classificati realizzarono la loro migliore prestazione, che fu anche, a seconda dei casi, record nazionale o continentale.
Infine, sempre a Tokyo, Lewis ottenne l'oro anche nella 4x100 insieme ad una formidabile squadra che vedeva per 3/4 i componenti del podio dei 100 metri!

Alle Olimpiadi del 1992 di Barcellona, un altro duello nel salto in lungo tra Lewis e Powell venne deciso in favore di Lewis (che vinse per appena 3 cm, 8,67 m contro 8,64) che vinse il suo terzo titolo olimpico consecutivo nel salto in lungo.

Non riuscì invece, clamorosamente, a qualificarsi per i 100 e 200 m, ma fu comunque chiamato a far parte della staffetta 4x100 americana che vinse l'ennesimo oro, nella quale corse, come suo solito, in ultima frazione.

Negli anni seguenti, Lewis non ottenne nessun titolo importante (finì terzo ai mondiali di Stoccarda nei 200 m e addirittura quarto nei 100).

Nel 1996 - a 35 anni - fece ritorno nel salto in lungo e scommise sul quarto titolo olimpico consecutivo. Lewis vinse con notevole facilità, divenendo il terzo atleta a vincere quattro titoli olimpici consecutivi in una disciplina individuale - gli altri due sono Al Oerter (lancio del disco, 1956-1968) e Paul Elvstrøm (vela, 1948-1960). Lewis e Oerter sono gli unici due ad aver vinto nella stessa specialità; Elvstrøm vinse in due discipline diverse. Se Lewis si fosse qualificato per correre nella staffetta 4x100 m, avrebbe potuto vincere la sua decima medaglia d'oro, sorpassando il connazionale Ray Ewry come campione olimpico di maggior successo tra gli uomini.
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Messaggio  robin hood Ven 14 Mar 2008 - 21:13

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il topic dei campioni..... Mark_s11

Mark Spitz 10 febbraio 1950

Sull'onda del successo

La leggenda di Mark Spitz nasce e finisce alle Olimpiadi del 1972 a Monaco di Baviera. Fu lui a salvare l'edizione dei giochi, funestata dall'attentato terroristico nel villaggio olimpico per mano di dissidenti palestinesi, che uccisero due membri della squadra di Israele e ne tennero in ostaggio altri nove. Mark Spitz, ebreo-americano, prima dei giochi bavaresi, era considerato un buon nuotatore, capace di andare a medaglia... Nessuno certo pensava che potesse diventare in tre settimane lo sportivo più famoso della storia olimpica.

Mark Spitz nasce a Modesto, California, il 10 febbraio 1950. Con la famiglia si trasferisce per quattro anni alle isole Hawaii dove inizia a nuotare sotto gli insegnamenti del padre. All'età di sei anni Mark ritorna negli USA, a Sacramento, dove continua a coltivare la passione per il nuoto. Il padre Arnold è il suo più importante motivatore: sin dalla tenera età ripeteva al figlio la famosa frase: "Nuotare non è tutto, vincere lo è".


Mark inizia a far sul serio a nove anni, quando si iscrive alla Arden Hills Swim Club, dove conosce il suo primo coach, Sherm Chavoor.
Il nuoto è una vera ossessione per il padre che vuole a tutti i costi che Mark diventi il numero uno; in quest'ottica Arnold decide di trasferire la famiglia a Santa Clara, sempre in California, per permettere a Mark di entrare nella prestigiosa Santa Clara Swim Club.
I risultati arrivano in fretta: tutti i record juniores sono suoi. Nel 1967 vince ben 5 ori ai giochi Pan-Americani.

Le olimpiadi di Città del Messico del 1968 dovevano essere la definitiva consacrazione. Alla vigilia dei giochi Mark Spitz dichiarerà che avrebbe vinto 6 medaglie d'oro, cancellando dalla memoria collettiva il record di 4 ori ottenuto da Don Schollander ai giochi di Tokyo del 1964; era così sicuro delle sue potenzialità che considerava un secondo posto un vero affronto alla sua classe. Le cose non vanno come previsto: Mark nelle gare individuali raccoglie solo un argento e un bronzo, vincendo due ori solo nelle staffette USA.

La delusione di Città del Messico è per Mark Spitz un trauma; decide di superare questo momento con duri e frenetici allenamenti. Si iscrive alla Indiana University, il suo coach è Don Counsilmann, il suo obiettivo è uno solo: riscattarsi ai giochi di Monaco 1972. Alla vigilia dei giochi, dopo aver conseguito la laurea, si mostra più cauto ed estremamente concentrato. Il suo tuffo nella leggenda inizia con la gara dei 200 metri farfalla, seguita dal successo nei 200 metri stile libero. Non fallisce nella sua gara preferita, i 100 metri farfalla.
L'ostacolo maggiore sono i 100 metri stile libero; Spitz considera questa prova il suo punto debole, ma l'entusiasmo derivato dai 3 ori già conquistati, lo fa volare con il tempo record di 51'22''. Anni dopo dichiarerà : "Sono convinto di essere riuscito a compiere una grande impresa perchè dopo i primi tre ori, nella testa dei miei avversari vi era un'unica preoccupazione e un un'unica domanda: «Chi di noi arriverà secondo?»".

Le staffette USA erano da sempre considerate le più forti e anche in questa occasione non tradiscono. La perfezione dei 7 ori giunge grazie ai successi nella 4x100 e 4x200 stile libero e nei 4x100 misti. Spitz diviene una leggenda, un mito vivente, alcuni cominciano a dubitare persino della sua provenienza terrestre. Sponsor, fotografi, addirittura i produttori di Hollywood lo tempestano di attenzioni e di contratti. La tragedia dell'attentato palestinese, a poche ore dalla conquista del suo settimo oro, oltre all'intero mondo sportivo, sconvolge però Mark. Lui, ebreo, alloggiava vicino alla delegazione israeliana bersaglio dei terroristi. Prima della conclusione dei giochi, sconvolto, lascia Monaco, nonostante le insistenze degli organizzatori e dei media.

Fu l'ultima volta che si vide Mark Spitz in vasca; si ritirò dopo le imprese di Monaco, giustificando questa sua scelta con la celeberrima frase: "Che cosa potrei fare di più? Mi sento come un fabbricante di automobili che ha costruito una macchina perfetta".

Lasciato il nuoto, per qualche tempo divenne uomo-immagine di numerosi sponsor e fece qualche comparsa nelle produzioni Hollywoodiane.

La leggenda di Spitz durò una sola olimpiade; molti fecero speculazioni su quei successi improvvisi e sul suo seguente ritiro. Infastidito dalle voci Mark decise l'azzardo di prepararsi per i giochi olimpici di Barcellona 1992. A 42 anni suonati provò a partecipare ai Trials ma non raggiunse il tempo limite per la qualificazione.

Quel record di 7 ori in una sola edizione dei giochi rimane un muro, un vero e proprio limite dello sport; molti scommettono che dovrà passare ancora molto tempo per vedere qualcuno che possa ricalcare l'impresa di Mark Spitz.
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Messaggio  molecular Ven 14 Mar 2008 - 22:02

il topic dei campioni..... 38310
Il grande Torino
Superga, tragedia ancora viva
C'è una squadra a cui è legato l'immaginario di tutti gli amanti del calcio italiano. Una squadra che per mito e grandezza non ha eguali, più forte dell'Ungheria di Puskas, più leggendaria del grande Real o dell'Olanda di Crujff.......... entrata nella storia con la forza lacerante che solo le tragedie sanno imprimere.
Il 4 maggio del 1949 il Torino di Mazzola, Loik, Gabetto e altri campioni, incontra il proprio destino.
Un destino crudele che pone fine a molte giovani vite, facendo schiantare l'aereo della squadra granata contro la collina di Superga.
Negli anni del dopoguerra, il Torino aveva saputo essere il mezzo del riscatto di noi italiani, usciti malconci dal conflitto mondiale. Quella squadra fantastica sapeva far dimenticare le bombe. le macerie, la fame....... sapeva far sognare persone costrette a fare i conti ogni giorno con una situazione al limite della sopravvivenza: ci ridava dignità, prestigio..... riscatto. Era, quella squadra, composta di campioni straordinari: Mazzola, Loik, Castigliano (che colpiva di tacco una monetina e se la infilava nel taschino), Maroso, Menti, Bacigalupo e tanti altri.
In termini di trofei non vinse molto quel mitico Torino: "solo" 5 scudetti, ma in quegli anni non c'erano competizioni europee ed i mondiali erano fermi.
Ma il suo valore non può misurarsi in titoli o coppe: quel Torino fu qualcosa che andava oltre lo sport, uno straordinario catalizzatore di sogni.
Era l'appiglio emotivo dell'Italia derelitta degli anni 40, la speranza di ottenere qualcosa di meglio dalla vita, la dimostrazione che i sogni possono avverarsi.
Ma i sogni, a volte, si interrompono bruscamente, così come l'aereo dei granata in quel maledetto 4 maggio.
Restano le immagini sbiadite di un altro calcio, frutto di un'epoca ormai dimenticata.
Sembra strano oggi, al tempo del calcio business, fermarsi a ripensare a più di cinquant'anni fà..... a giocatori con pantaloncini a mezz'asta, scarpette di cuoio e capelli impomatati, ma la risposta è sempre la stessa: neanche quella maledetta collina è riuscita a privarci dei sogni, che forse a volte spariscono bruscamente, ma spesso sopravvivono e si alimentano nella nostra memoria.

tratto da: http://kom.it/eurocalcio/dbase/234.html
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Messaggio  robin hood Sab 15 Mar 2008 - 13:05

Pietro Mennea

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Pietro Paolo Mennea (Barletta, 28 giugno 1952) è un ex atleta e anche politico, avvocato, docente universitario, scrittore e commercialista italiano.

Olimpionico (1980) e detentore del primato mondiale dei 200 metri piani dal 1979 al 1996 (con il tempo di 19”72).

Mennea iniziò la sua lunga carriera atletica internazionale nel 1971, quando debuttò ai Campionati Europei con un terzo posto nella staffetta 4x100 m. Fece il suo debutto olimpico a Monaco di Baviera, ai Giochi estivi del 1972, dove raggiunse la finale dei 200 m, la specialità nella quale era più forte. Tagliò il traguardo al terzo posto, dietro al sovietico Valeri Borzov e all'americano Larry Black. A questa sarebbero seguite altre tre finali olimpiche nella stessa specialità.

Ai Campionati europei del 1974, Mennea vinse l'oro nei 200 davanti al pubblico di casa di Roma, e si piazzò secondo nei 100 (dietro a Borzov, suo rivale storico) e nella staffetta veloce. Dopo alcune prestazioni deludenti, nel 1976 Mennea decise di saltare i Giochi Olimpici, ma il pubblico italiano protestò, e Mennea andò a Montreal. Riuscì a qualificarsi per la finale, ma vide l'oro finire nelle mani del giamaicano Don Quarrie, mentre a lui rimase un inutile quarto posto. Lo stesso risultato venne raggiunto nella staffetta 4x100, mancando di poco il bronzo. Nel 1978, a Praga, difese con successo il suo titolo europeo dei 200, ma mostrò le sue doti anche sulla distanza più breve, vinta anch'essa. In quell'anno si aggiudicò anche l'oro nei 400 m agli europei al coperto.

Nel 1979, Mennea, studente di scienze politiche, prese parte alle Universiadi, che si disputavano sulla pista di Città del Messico, posta ad alta quota. Il tempo con cui vinse i 200, 19"72, era il record del mondo. Anche se questo record resistette per 17 anni, viene spesso svalutato dal fatto che fu ottenuto correndo ad alta quota (va comunque fatto notare che Mennea detenne anche il record del mondo a livello del mare dal 1980 al 1983 con 19"96, tempo stabilito nella sua città natale, Barletta). Il record venne battuto da Michael Johnson agli US Trials per le Olimpiadi del 1996.

In quanto detentore del primato mondiale, Mennea era senz'altro uno dei favoriti per l'oro olimpico a Mosca anche a causa del boicottaggio statunitense delle Olimpiadi del 1980. Nella finale dei 200, Mennea affrontò il campione uscente Don Quarrie e il campione dei 100 Allan Wells. Wells sembrò dirigersi verso una vittoria netta ma Mennea gli si avvicinò sul rettilineo e lo sopravanzò negli ultimi metri, aggiudicandosi l'oro per 2 centesimi di secondo. Si aggiudicò anche il bronzo con la staffetta 4x400.

Il 22 marzo 1983 stabilì il primato mondiale (manuale) dei 150 metri piani, con 14,8 secondi sulla pista dello stadio Comunale di Cassino. Questo primato è tuttora imbattuto.

Mennea, soprannominato la Freccia del Sud, annunciò il suo ritiro concedendosi più tempo per lo studio. Comunque ritornò sui suoi passi e vinse la medaglia di bronzo nei 200 e quella d'argento con la staffetta 4x100 nella prima edizione dei Campionati del mondo di atletica leggera di Helsinki 1983. Un anno dopo, scese in pista nella sua quarta finale olimpica consecutiva dei 200, primo atleta al mondo a compiere tale impresa. In quest'occasione, anche se campione uscente, terminò al settimo posto e, a fine stagione, si ritirò dalle competizioni per la seconda volta. Ancora una volta, Mennea fece il suo ritorno e gareggiò nelle sue quinte Olimpiadi a Seul ma questa volta, sempre nei 200, non riuscì ad andare oltre le batterie.

Dopo essersi laureato in giurisprudenza, scienze politiche e scienze dell'educazione motoria, oggi Pietro Mennea esercita la professione di avvocato, di docente universitario di diritto dello sport ed è autore di numerosi libri. È stato eletto al Parlamento Europeo nel 1999.

Nel 2000 il nome di Mennea tornò agli onori delle cronache quando l'Università dell'Aquila, presso cui aveva partecipato ad un concorso per la cattedra di Sistematica, regolamentazione e organizzazione dell'attività agonistica presso la Facoltà di Scienze Motorie, gli negò l'assunzione nonostante si fosse classificato primo in graduatoria. La vicenda provocò polemiche ed interrogazioni parlamentari.

Attualmente Mennea è docente di Legislazione europea delle attività motorie e sportive presso la Facoltà di Scienze dell’Educazione Motoria dell'Università "Gabriele d'Annunzio" di Chieti - Pescara.

Nel 2006 ha dato vita insieme alla moglie Manuela Olivieri alla Fondazione Pietro Mennea Onlus per la Ricerca e lo Sport, con lo scopo primario di carattere filantropico, ossia effettuare donazioni costanti nel tempo ed assistenza sociale ad enti caritatevoli o di ricerca medico-scientifica, associazioni culturali e sportive, attraverso progetti specifici e concreti. Lo scopo secondario è di carattere culturale, e consiste nel diffondere lo sport ed i suoi valori, nonché promuovere la lotta al doping, che è diventata una triste piaga per lo sport e la nostra società.
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Messaggio  robin hood Sab 15 Mar 2008 - 19:54

Pele'

il topic dei campioni..... Pele0110

Pelé - pseudonimo con cui è universalmente noto Edison Arantes do Nascimento[1] - (Três Corações, 23 ottobre 1940) è un ex calciatore e politico brasiliano, considerato dalla maggior parte degli esperti e degli appassionati il più grande atleta ad aver mai calcato un campo di calcio.

Biografia
Il soprannome Pelé deriva a Edison Arantes dai tempi della scuola, quando fu così chiamato da un suo compagno; sebbene egli non abbia mai nascosto di non gradirlo, esso rimane l'appellativo con cui è stato consegnato alla storia del calcio, assieme a quelli di altri calciatori di primissimo piano come per esempio i suoi compagni di nazionale Didì e Vavá, campioni del mondo nel 1958 e nel 1962. In realtà, Pelé ha sempre ricordato con orgoglio come il suo vero nome - con il quale vorrebbe essere chiamato - cioè Edison, gli sia stato imposto in onore di Thomas Alva Edison.

Talento precoce, capace di sconvolgere le difese avversarie già a quindici anni, Pelé possedeva un dribbling ubriacante e un tiro formidabile per potenza e precisione. Non era altissimo, ma disponeva di un tempismo perfetto e di una straordinaria elevazione che lo rendeva estremamente temibile anche nei colpi di testa (e di testa segnò goal importanti anche ai Mondiali). Aveva una visione di gioco straordinaria e una spiccata capacità di leggere la partita, tipica dei grandi campioni. Era perfettamente ambidestro ed eccelleva in quanto a doti acrobatiche. Era inoltre molto dotato dal punto di vista atletico: era in grado di fare i 100 metri in 11 secondi. Il suo repertorio era completo come forse nessun altro giocatore nella storia di questo sport.

Con la Nazionale brasiliana fu l'unico a vincere tre edizioni dell'allora Coppa Rimet (nel 1958, 1962 e 1970). Il suo goal realizzato alla Svezia nella Finale del 1958 è considerato il miglior gesto tecnico realizzato in una finale di un campionato del mondo.

Pelé giocò nella squadra brasiliana del Santos dal 1956 al 1974 vincendo 5 Coppe del Brasile (da notare che allora il campionato brasiliano ancora non esisteva e la coppa nazionale di fatto eleggeva la squadra migliore del Paese) consecutive dal 1961 al 1965 (record del calcio brasiliano) e 11 titoli paulisti. Negli anni Sessanta e Settanta il Santos era considerata la squadra migliore del mondo tanto che essa girava il mondo disputando amichevoli con innumerevoli squadre, una sorta di Harlem Globetrotters del calcio. Singolare è l'episodio in cui un arbitro espulse O' Rei: il pubblico si imbestialì a tal punto che Pelé rientrò in campo e fu il direttore di gara stesso a dover abbandonare il rettangolo verde. Per non parlare che nel 1969 per poterlo vedere giocare col Santos i due paesi africani del Congo Belga e Congo Brazaville all'epoca divisi da una feroce guerra civile firmarono addirittura una tregua temporanea (come ai tempi delle Olimpiadi antiche, lo sport sostituisce la guerra). Questo episodio fu la testimonianza che la figura di Pelé trascese i confini sportivi più di qualunque altro atleta al mondo, entrando nella storia come una delle maggiori icone contemporanee. Nel 1975, dopo un anno lontano dai campi di gioco, Pelé venne ingaggiato dai Cosmos, squadra di calcio posseduta dalla Warner Communications che, mettendo insieme una parata di giocatori d'eccezione, riuscì a vincere l'edizione del 1977 del giovane campionato nordamericano di calcio.

Dopo questa ennesima vittoria Pelé decise di ritirarsi dal mondo del calcio dopo aver realizzato 1283 goal, che gli valsero il titolo di più grande goleador della storia del calcio. Arthur Friedenreich secondo alcune fonti avrebbe segnato ancora di più: ben 1329 reti dal 1909 al 1935, ma a differenza di O Rei non esistono statistiche ufficiali per confermarlo e quindi per la FIFA il primato spetta a Pelè.

Pelé resterà per sempre sinonimo del calcio vero, quello fatto di allegria e spensieratezza, anche perché O Rei tuttora è molto impegnato nel sociale e sfrutta la sua immagine, per girare spot a favore del calcio africano e dei popoli più bisognosi in generale. Per questi motivi Edison Arantes Do Nascimento detto "Pelé" rimarrà per sempre uno dei più grandi calciatori della storia.

A differenza di suoi illustri colleghi, Pelé ha preferito non fare l'allenatore di calcio: si è invece occupato di politica diventando anche ministro dello sport in Brasile a metà degli anni Novanta.

Da anni lotta per l'educazione dei giovani contro l'uso di sostanze stupefacenti. Nonostante il suo impegno il suo stesso figlio è stato arrestato per spaccio di tali sostanze.


Palmarès
Campionati del Mondo: 3 (Svezia 1958, Cile 1962, Messico 1970)
Coppe Intercontinentali: 2 (Santos 1962 1963)
Coppe Libertadores: 2 (Santos 1962, 1963)
Supercoppa dei Campioni Intercontinentali: 1 (Santos 1969)
Coppe del Brasile: 5 (Taça Brasil) (Santos 1961 - 1965)
Torneo Roberto Gomes Pedrosa: 1 (Santos 1968)
Tornei Interstatali Rio-San Paolo: 3 (Santos 1959, 1963, 1964)
Campionati dello Stato di San Paolo: 11 (Santos 1956, 1958, 1960 - 1962, 1964, 1965, 1967 - 1969, 1973)
Campionato NASL: 1 (Cosmos 1977)
Pallone d'Oro sudamericano: 1 (1973)
MVP Campionato NASL 1976
Capocannoniere Copa America 1959
Capocannoniere Campionato Paulista: 11 (Santos 1957, 1958, 1959, 1960, 1961, 1962, 1963, 1964, 1965, 1969, 1973)
Eletto dal CIO "Atleta del Secolo" nel 1999
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Messaggio  visir Sab 15 Mar 2008 - 20:02

...see...bravino... perchè nessuno di voi ha mai visto in azione la più forte ala sinistra della storia... Visir Vavà... tutti gli gridavano.. Visir! và.. và... le parole dopo un le ricordo... forse erano ... "verso la gloria"... Very Happy
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Messaggio  robin hood Sab 15 Mar 2008 - 20:47

Si puo' darsi, dopo ogni meta c'e' sempre la Gloria......Guida, Gaynor....... Very Happy
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Messaggio  mr. Z Dom 16 Mar 2008 - 21:55

Michael Jordan
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Michael Jeffrey Jordan (Brooklyn, 17 febbraio 1963) è un ex cestista statunitense.

Annoverato tuttora fra gli sportivi più popolari al mondo, Michael 'Air' Jordan, in virtù dei titoli conquistati, i primati personali conseguiti e, soprattutto, l'impatto rivoluzionario del suo stile di gioco sullo sviluppo della pallacanestro moderna, è quasi unanimemente considerato il più credibile aspirante al titolo di miglior atleta di tutti i tempi.

La sua maglietta numero 23 dei Chicago Bulls e la sagoma della sua tipica schiacciata a gambe divaricate, divenuta poi il marchio commerciale delle linee di abbigliamento a lui dedicate, sono tuttora suoi simboli inconfondibili e veri e propri bestseller fra gli appassionati di basket.

Nella sua lunga e prolifica carriera gli sono stati dati una moltitudine di soprannomi: Air è certamente il più famoso e il più diffuso, al quale si aggiungono His Airness ("Sua Ariezza"), MJ, Jesus in Sneakers ("Gesù in scarpette da ginnastica").

I record [modifica]

* Più alta media punti nella storia della NBA: 30,12
* Più alta media punti a partita nei play-off: 33,4
* Più alta media punti all'NBA All-Star Game: 20,2
* Più alta media punti in una serie di finale: 41, nel 1993 contro i Phoenix Suns
* Partite consecutive a segno in doppia cifra: 842
* Punti totali segnati nei play-off: 5987
* Punti totali segnati all'NBA All-Star Game: 262
* Punti segnati in un tempo di una finale: 35, nel 1992 contro i Portland Trail Blazers
* Punti segnati in una gara di play-off: 63, nel 1986 contro i Boston Celtics
* Giocatore più volte nel quintetto difensivo ideale: 9
* Giocatore più volte miglior marcatore dell'anno: 10
* Giocatore più anziano ad aver realizzato più di 50 punti in una partita: 51 contro gli Charlotte Hornets a 38 anni
* Giocatore ultraquarantenne ad aver segnato più di 40 punti in una partita: 43 contro i New Jersey Nets (stagione 2002-03)
* Unico giocatore a realizzare una "tripla doppia" all'NBA All-Star Game (nel 1997)
* Tiri liberi realizzati (20) e tentati (23) in un tempo di una partita (contro i Miami Heat il 30/12/1992)
* Tiri liberi realizzati (14) e tentati (16) in un quarto di una partita
* Tiri tentati in un tempo di gara di play-off: 25
* Tiri da 3 segnati in un tempo di gara di play-off: 6
* Tiri decisivi in carriera: 29
* Tiri tentati, tiri liberi realizzati, percentuale al tiro e recuperi nei play-off
* Canestri fatti in un tempo di gara di play-off: 24

Shocked Shocked Shocked Shocked Shocked

il topic dei campioni..... Michae10
mr. Z
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Messaggio  Ladyhawke Lun 17 Mar 2008 - 1:30

il topic dei campioni..... 131_7f10

..valentina vezzali...schermitrice..specialità ..fioretto...

Palmarès

2 ori e 1 argento olimpici individuali
2 ori olimpici a squadre
5 ori, 2 argenti e 2 bronzi mondiali individuali
5 ori e 1 argento mondiali a squadre
3 ori, 1 argento e 1 bronzo europei individuali
2 ori, 1 argento e 1 bronzo europei a squadre
9 Coppe del Mondo
59 vittorie in CdM (record)
11 anni al primo posto nel ranking mondiale
11 titoli italiani
2 Universiadi
1 Giochi del Mediterraneo
Ladyhawke
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Messaggio  taita Lun 17 Mar 2008 - 10:46

da Wikipedia.it

Marco Galiazzo (Padova, 7 maggio 1983) è un arciere italiano.
È il primo campione olimpico nella storia del tiro con l'arco italiano. Il 19 agosto 2004 ha vinto la medaglia d'oro nella gara maschile individuale alle Olimpiadi di Atene contro il giapponese Hiroshi Yamamoto
Galiazzo ha iniziato a tirare con l'arco ad otto anni, sotto la guida del padre, che ne è sempre stato l'allenatore. La sua prima vittoria fu ai Giochi della gioventù, a dieci anni. A sedici anni è stato convocato in nazionale. La sua prima società è stata la Compagnia Arcieri Padovani (06/015) con la quale ha conquistato la medaglia Olimpica, mentre attualmente fa parte della società: A.s.d. Arcieri Rio (06/077) Nel suo palmares il secondo posto ai mondiali juniores indoor del 2001 e il campionato europeo. La sua ultima gara si è disputata in Reggio Emilia, dove ci sono stati i campionati italiani dal 18 al 20 Gennaio 2008, in quella gara Marco Galiazzo si è classificato 1° davanti a Nespoli Mauro 2°, e Tonelli Amedeo 3°.


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Messaggio  taita Lun 17 Mar 2008 - 10:57

Il Signore Degli Anelli......

Jury Dimitri Chechi (Prato, 11 ottobre 1969) è un ginnasta italiano.
Palmares:
1 oro e 1 bronzo olimpico
5 ori e 2 bronzi mondiali
4 ori e 2 bronzi europei
7 titoli italiani (di cui 6 individuali)
21 titoli e 9 piazzamenti in tornei di altro livello internazionale o giovanile

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Messaggio  mr. Z Lun 17 Mar 2008 - 18:12

Alexej Jagudin

È stato allenato da Alexei Mishin dai dodici ai diciott'anni, quando si è trasferito negli Stati Uniti ed ha iniziato ad allenarsi con Tatiana Tarasova.

Ha esordito nelle competizioni internazionali nel 1994, arrivando quarto ai campionati mondiali juniores (all'età di quattordici anni). Nel 1996 ha vinto i campionati mondiali juniores.

All'età di 18 anni è diventato il primo russo a vincere un campionato mondiale e il secondo campione mondiale più giovane della storia. Ha dominato la stagione 1998-99, vincendo 9 delle 11 competizioni a cui ha partecipato, compresi i campionati mondiali, europei e il World Pro. Inoltre si è esibito in numerosi spettacoli negli Stati Uniti, in Canada e in Europa.

Nel 2001 ha partecipato ai campionati mondiali di pattinaggio di figura, ma non ha potuto esprimersi al meglio a causa di un infortunio.

Alle olimpiadi di Salt Lake City 2002 Yagudin ha ricevuto sei punteggi massimi (6.0). Nessun altro ha mai ottenuto quel risultato perfetto in tutta la storia delle olimpiadi. È anche il primo atleta a vincere tutte le grandi competizioni nello stesso anno, il 2002: campionati europei, Grand Prix, campionati mondiali e olimpiadi.

Nel 2002 è stato riconosciuto dall'International Skating Union, la federazione internazionale del pattinaggio, come l'atleta che rappresentava meglio lo sport del pattinaggio di figura e i valori olimpici.

Nel novembre 2003, in Canada, ha annunciato il suo ritiro dal pattinaggio sportivo. Nello stesso tempo è diventato allenatore del francese Brian Joubert e del russo Andrei Griazev.

Nelle stagioni successive si è esibito in diversi spettacoli di pattinaggio.

Nell'agosto 2007 ha annunciato il suo ritorno alle competizioni, ed è probabile una sua partecipazione alle Olimpiadi invernali del 2010.

(Da wikipedia enciclopedia libera)

Palmares

Campionati mondiali

* Vincitore 4 volte della medaglia d'oro (1998, 1999, 2000, 2002)

Campionati europei

* Vincitore 3 volte della medaglia d'oro (1998, 1999, 2002)

Olimpiadi

* Vincitore della medaglia d'oro (2002)

Grand Prix

* Vincitore di 2 finali 2000, 2002)

Altri record

* Primo a vincere tutti i titoli principali nella stessa stagione (2001-2002)

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Messaggio  molecular Lun 17 Mar 2008 - 20:26

GINO BARTALI
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http://it.youtube.com/watch?v=bqescG8V9LI

Nativo di Ponte a Ema, una frazione di Bagno a Ripoli, oggi parte di Firenze, Gino Bartali scrisse alcune delle più famose pagine delle corse ciclistiche dell'epoca. La carriera di Bartali, arrivato al successo prima di Fausto Coppi, è stata condizionata dalla seconda guerra mondiale, sopraggiunta proprio nei suoi anni migliori.
Soprannominato Ginettaccio, fu grande avversario di Fausto Coppi. Leggendaria la loro rivalità, che divise l'Italia nell'immediato dopoguerra (anche per le presunte diverse posizioni politiche dei due). Celebre nell'immortalare un'intera epoca sportiva - tanto da entrare nell'immaginario collettivo degli italiani - è la foto che ritrae i due campioni mentre si passano una bottiglietta durante una salita. Ancora oggi non è stato chiarito se fu Bartali a dare la bottiglia a Coppi o viceversa, mistero che anche i protagonisti contribuirono in un certo qual modo a preservare (entrambi sostennero di aver aiutato l'altro). Nel film realizzato dalla RAI nel 2006, Gino Bartali - L'intramontabile, è Bartali a passare la borraccia a Coppi. In realtà esistono almeno due versioni della stessa scena, scattate in momenti diversi del Tour del 1949.
Si tratta in effetti del tour 1952. Da ricordare anche che la sua vittoria al Tour del 1948 contribuì a calmare la tensione in un'Italia sull'orlo della guerra civile dopo l'attentato a Togliatti.

PALMRES
3 Giri d'Italia: 1936, 1937 e 1946
2 Tour de France: 1938 e 1948
4 Campionati italiani di ciclismo: 1935, 1937, 1940 e 1952
2 Giro della Svizzera: 1946 e 1947
3 Giro di Lombardia: 1936, 1939 e 1940
4 Milano-Sanremo: 1939, 1940, 1947 e 1950
2 Campionati di Zurigo di ciclismo: 1946 e 1948
5 Giri della Toscana: 1939, 1940, 1948, 1950 e 1953
3 Giri del Piemonte: 1937, 1939 e 1951
2 Giri dell'Emilia: 1952 e 1953
2 Giri della Campania: 1940 e 1945
1 Coppa Bernocchi: 1935
1 Tre Valli Varesine: 1938
1 Giro di Romandia: 1949
1 Giro dei Paesi Baschi: 1935
1 Trofeo Matteotti: 1946.
Tratto da wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Gino_Bartali
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Messaggio  robin hood Mer 19 Mar 2008 - 18:36

ALBERTO TOMBA

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ALBERTO TOMBA

Alberto Tomba nasce il 19 Dicembre 1966 a Bologna. Si appassiona presto allo sport dello Sci alpino, nonostante nelle sue zone non vi siano Montagne degne di nota.

Tuttavia riesce ad approdare alla squadra C2 con la quale gareggia in Coppa Europa nel 1983. Nell’anno successivo, promosso nella C1, partecipa ai Mondiali Juniores negli USA, dove ottenne un ottimo quarto posto che gli vale la promozione alla squadra B azzurra

dove fu subito protagonista di una Vittoria memorabile al Parallelo di Natale, battendo i più quotati e popolari atleti delle squadre A. Nello stesso anno ottiene diversi successi FIS che gli consentono l’arrivo in squadra A azzurra… inizia la sua grandiosa carriera!!!

Il debutto ufficiale avviene in Italia, a Madonna di Campiglio, nel 1985 dopodiché seguì




l’apparizione di Kitzbühel (Austria) nel 1986.

Il primo piazzamento importante è il sesto posto ottenuto il 26 Febbraio 1986 ad Are (Svezia); con un ardua impresa (partiva con il pettorale n.62!!!). Nel Dicembre dello stesso anno sale per la prima volta sul podio: secondo posto dietro all’azzurro Richard Pramotton in Alta Badia.

Ai Mondiali del 1987 (Crans Montana) vince la Medaglia di Bronzo in Slalom Gigante.

La stagione successiva (1987-88) è quella della consacrazione.

Ad inizio stagione (Novembre 87) ottiene la sua prima vittoria in Slalom Speciale al Sestriere e dopo due giorni replica, nella stessa località, in Slalom Gigante. E’ l’inizio di una grande stagione che lo vede trionfare in tutto per ben 9 volte (6 Slalom Speciali e 3 Giganti) oltre ad alcuni ottimi piazzamenti. La Coppa del Mondo, in cui a lungo è stato in testa, gli sfugge solo nelle gare conclusive con due sfortunate cadute in altrettante gare. Vince la Coppa lo svizzero Pirmin Zurbriggen.

Nel 1988 partecipa alle sue prime Olimpiadi (Calgary) lasciando un segno indelebile nella storia: Medaglia d’Oro in Gigante, Medaglia d’Oro in Slalom Speciale!!!

Tomba è ormai considerato da tutti un grandissimo Campione e viene soprannominato “Tomba la Bomba”. E’ amato dal pubblico e l’Italia sportiva e non solo è “incollata” alla Tv quando lui gareggia. Le due seguenti stagioni sono “avare” di successi, un po’ per l’eccessiva pressione a cui Tomba è sottoposto e poi a causa di un infortunio subito in una gara di SuperGigante.

Questo infortunio lo fece decidere di non gareggiare mai più nelle discipline veloci.

Torna a grandi livelli nella stagione 1991-92 dove ottiene 9 Vittorie oltre ad altri importanti piazzamenti (podi). Alle Olimpiadi di Albertville conquista l’Oro in Gigante e l’Argento nello Speciale. Due anni dopo, alle Olimpiadi di Lillehammer conquista l’Argento nello Speciale.

Nella stagione 1994-95 il capolavoro: con ben 11 Vittorie vince la Coppa del Mondo vent’anni dopo Gustav Thoeni. Vince inoltre, ai Mondiali di Sierra Nevada, l’Oro sia in Gigante che in Speciale. Tra vittorie e podi prepara così l’appuntamento dei Mondiali 1997 in Italia, Sestriere.

E’ molto carico, l’ambiente pure (30.000 forse di più, sul tracciato per tifare), ma purtroppo esce in Gigante ed esegue una deludente prima manche in Speciale dove però riesce, con un ottima seconda prova, a risalire fino al terzo posto che gli consente di ottenere la Medaglia di Bronzo. Nell’anno successivo alle Olimpiadi di Nagano non riesce a vincere medaglie e decide,

al termine della Coppa del Mondo a Marzo 1998, di ritirarsi (con una vittoria a Crans Montana, ultima gara di Slalom stagionale).

Finisce così la sua gloriosa carriera, da Campione quale era sulle piste, con un bottino di 50 Vittorie in Coppa del Mondo, 1 Coppa del Mondo assoluta, 4 Coppe di Slalom Speciale, 4 Coppe di Slalom Gigante, 3 Ori Olimpici, 2 Argenti Olimpici, 2 Ori Mondiali e 2 Bronzi Mondiali. Alberto Tomba per oltre dieci anni ha emozionato una nazione intera e non solo (aveva molti fans in tutte le parti del mondo), facendo avvicinare allo Sci alpino molte persone.




PALMARES - La carriera in numeri

N.1 Coppa del Mondo
N.4 Coppe di Slalom Speciale
N.4 Coppe di Slalom Gigante
N.50 Vittorie in Coppa del Mondo
N.3 Ori Olimpici
N.2 Argenti Olimpici
N.2 Ori Mondiali
N.2 Bronzi Mondiali
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